La fase dell’imaging radiografico in endodonzia rappresenta forse il momento diagnostico più importante: molte delle decisioni sui trattamenti endodontici sono basate su valutazioni radiografiche; ne consegue che esista una larga variabilità di scelta interindividuale nel trattamento delle lesioni periradicolari di origine endodontica.

In questo ambito la radiografia endorale periapicale svolge ancora un ruolo chiave anche se sempre più spesso in casi opportunamente selezionati si può ricorrere alla Cone Beam Computed Tomography (CBCT) in quanto può risultare risolutiva non solo dal punto di vista diagnostico ma anche terapeutico e prognostico. Infatti, è importante sottolineare che nel complicato processo di decision making molte scelte terapeutiche si basano sull’interpretazione dei radiogrammi bidimensionali e questo può comportare una grande variabilità di scelta tra diversi clinici legata al know-how, alla diversa esperienza e alla sua specialità di competenza.

Il management dei fallimenti endodontici rappresenta un importante capitolo dell’impiego della CBCT in ambito endodontico.

Quando il clinico si trova a dover valutare un insuccesso endodontico le opzioni terapeutiche che possono essere prese in considerazione includono: il ritrattamento ortogrado non chirurgico, il ritrattamento retrogrado o chirurgico, la rizectomia (in caso di denti pluriradicolati), l’estrazione, il reimpianto intenzionale e infine il “non trattamento” e l’attesa tenendo il caso monitorato periodicamente. In caso di fallimento endodontico un piano di trattamento efficace deve basarsi su due elementi imprescindibili: una corretta diagnosi e la conoscenza della causa che ha portato al fallimento endodontico.

La CBCT ancora una volta può giocare un ruolo da protagonista nel decision making del trattamento dei fallimenti endodontici e in tutti quei casi dubbi dove la raccolta delle informazioni, l’esame clinico e le tecniche di radiologia bidimensionale, non permettono una diagnosi certa. Una delle motivazioni che sta alla base della grande diffusione delle apparecchiature Cone Beam CT anche negli studi privati, è proprio la non infallibilità della radiografia endorale.

Il radiogramma è una rappresentazione di un’immagine bidimensionale di strutture anatomiche tridimensionali.

Questo fa sì che la radiografia convenzionale non possa rappresentare in modo completo né l’anatomia dentale, né quella delle strutture anatomiche limitrofe. Gli esami 3D CT cone beam possono essere considerati esami di secondo livello in quanto oggi non possono essere classificati come esami di routine.

La motivazione che forse più spesso rende necessario l’acquisizione di un volume tridimensionale è rappresentata proprio dall’impossibilità di rilevare lesioni periradicolari da parte delle indagini convenzionali bidimensionali. E’ noto come diversi studi abbiano in passato evidenziato come una lesione endodontica periradicolare per essere visibile in radiografia convenzionali debba interessare almeno una delle due corticali ossee (vestibolare e/o linguale/palatale).

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La fase dell’imaging radiografico in endodonzia rappresenta forse il momento diagnostico più importante: molte delle decisioni sui trattamenti endodontici sono basate su valutazioni radiografiche; ne consegue che esista una larga variabilità di scelta interindividuale nel trattamento delle lesioni periradicolari di origine endodontica.

In questo ambito la radiografia endorale periapicale svolge ancora un ruolo chiave anche se sempre più spesso in casi opportunamente selezionati si può ricorrere alla Cone Beam Computed Tomography (CBCT) in quanto può risultare risolutiva non solo dal punto di vista diagnostico ma anche terapeutico e prognostico. Infatti, è importante sottolineare che nel complicato processo di decision making molte scelte terapeutiche si basano sull’interpretazione dei radiogrammi bidimensionali e questo può comportare una grande variabilità di scelta tra diversi clinici legata al know-how, alla diversa esperienza e alla sua specialità di competenza.

Il management dei fallimenti endodontici rappresenta un importante capitolo dell’impiego della CBCT in ambito endodontico.

Quando il clinico si trova a dover valutare un insuccesso endodontico le opzioni terapeutiche che possono essere prese in considerazione includono: il ritrattamento ortogrado non chirurgico, il ritrattamento retrogrado o chirurgico, la rizectomia (in caso di denti pluriradicolati), l’estrazione, il reimpianto intenzionale e infine il “non trattamento” e l’attesa tenendo il caso monitorato periodicamente. In caso di fallimento endodontico un piano di trattamento efficace deve basarsi su due elementi imprescindibili: una corretta diagnosi e la conoscenza della causa che ha portato al fallimento endodontico.

La CBCT ancora una volta può giocare un ruolo da protagonista nel decision making del trattamento dei fallimenti endodontici e in tutti quei casi dubbi dove la raccolta delle informazioni, l’esame clinico e le tecniche di radiologia bidimensionale, non permettono una diagnosi certa. Una delle motivazioni che sta alla base della grande diffusione delle apparecchiature Cone Beam CT anche negli studi privati, è proprio la non infallibilità della radiografia endorale.

Il radiogramma è una rappresentazione di un’immagine bidimensionale di strutture anatomiche tridimensionali.

Questo fa sì che la radiografia convenzionale non possa rappresentare in modo completo né l’anatomia dentale, né quella delle strutture anatomiche limitrofe. Gli esami 3D CT cone beam possono essere considerati esami di secondo livello in quanto oggi non possono essere classificati come esami di routine.

La motivazione che forse più spesso rende necessario l’acquisizione di un volume tridimensionale è rappresentata proprio dall’impossibilità di rilevare lesioni periradicolari da parte delle indagini convenzionali bidimensionali. E’ noto come diversi studi abbiano in passato evidenziato come una lesione endodontica periradicolare per essere visibile in radiografia convenzionali debba interessare almeno una delle due corticali ossee (vestibolare e/o linguale/palatale).

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